
di Emanuela Andreocci
Il nuovo film di Paolo Virzì, libero adattamento del thriller di Stephen Amidon, trasporta le vicende dall'originario Connecticut alla nostrana Brianza, "un luogo esotico, ricco, misterioso e affascinante" come Virzì stesso ha affermato "non essendo mai andato, cinematograficamente parlando, oltre Pisa". Ambientato in una nebbiosa e scura provincia del nord Italia, la pellicola pone lo spettatore davanti ad un netto cambiamento del regista livornese che si sperimenta con successo in un noir corale di respiro internazionale, dalle tinte del thriller americano e del dramma francese, allontanandosi dallo schema della sempre dolce-amara e luminosa commedia d'autore all'italiana a cui ci aveva abituato.
Un misterioso incidente alla vigilia delle feste natalizie, un colpevole da trovare e personaggi ingabbiati in una vita che, seppur ricca e agiata, viene condotta con superficialità all'insegna di una dubbia morale e dell'egoismo più meschino, il tutto condito da punti di vista differenti che scandiscono la narrazione e che dettano i capitoli in cui sono riportati gli stessi avvenimenti.
La regia impeccabile scandaglia con impietosa attenzione gli animi umani delineando per ogni protagonista punti di forza e debolezze, gli incastri sono sostenuti con sapiente maestria grazie anche alla sceneggiatura scritta da Virzì insieme a Francesco Bruni e Francesco Piccolo. "A 50 anni abbiamo scoperto l'ellissi!" hanno scherzato in sede di conferenza stampa "E' il lavoro più impegnativo fatto finora: un divertente gioco di scomposizione non fine a se stesso. Nel nostro cinema è raro agire in modo non convenzionale".
La regia impeccabile scandaglia con impietosa attenzione gli animi umani delineando per ogni protagonista punti di forza e debolezze, gli incastri sono sostenuti con sapiente maestria grazie anche alla sceneggiatura scritta da Virzì insieme a Francesco Bruni e Francesco Piccolo. "A 50 anni abbiamo scoperto l'ellissi!" hanno scherzato in sede di conferenza stampa "E' il lavoro più impegnativo fatto finora: un divertente gioco di scomposizione non fine a se stesso. Nel nostro cinema è raro agire in modo non convenzionale".

Il capitale umano è un film amaro, ironico e spietato che invita a riflettere sulla vita e sul suo valore: ogni scelta, anche la più apparentemente banale, porta con sé una conseguenza con la quale bisogna fare i conti.
Dal 9 gennaio nei cinema.
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