di Emanuela Andreocci
Ne I sogni segreti di Walter Mitty, film diretto, interpretato e coprodotto dal genio carismatico di Ben Stiller, troviamo una felice sinfonia tra sceneggiatura, interpretazione e regia: il cast, sia tecnico che artistico, ha reso la pellicola un gioiellino, non solo perché ben confezionata (gli Americani la sanno lunga in proposito), ma anche perché piena di cuore e sentimenti opportunamente e sapientemente dosati.
Ne I sogni segreti di Walter Mitty, film diretto, interpretato e coprodotto dal genio carismatico di Ben Stiller, troviamo una felice sinfonia tra sceneggiatura, interpretazione e regia: il cast, sia tecnico che artistico, ha reso la pellicola un gioiellino, non solo perché ben confezionata (gli Americani la sanno lunga in proposito), ma anche perché piena di cuore e sentimenti opportunamente e sapientemente dosati.
La storia, a volerla banalizzare, è una semplice favoletta:
realizzazione in chiave contemporanea del racconto The secret life of Walter
Mitty di James Thurber del 1939 che già aveva ispirato la commedia di
McLeod conosciuta in Italia come Sogni proibiti, racconta la storia di un
uomo, un inetto, che non riesce a vivere appieno la propria vita e si rifugia
in fantasie che pian piano prendono vita. Il protagonista, con il passare degli
anni, ha subito un'evoluzione: il Mitty del romanzo era oppresso dal matrimonio
e succube della moglie, mentre quello interpretato da Danny Kaye nel primo film
era fidanzato ma riluttante ad impegnarsi nel sacro vincolo. Il Walter di Ben Stiller, l'ultimo in ordine cronologico, è un sognatore, crede nell'amore e
nelle imprese eroiche, si incanta immaginandole ma si nasconde in una vita regolata da certezze
finché una di queste viene a mancare. Responsabile da sempre dell'archivio
fotografico della rivista "Life", si trova costretto a sviluppare la
foto per la copertina dell'ultimo numero e a dire addio al suo lavoro: il cartaceo, infatti, dovrà lasciare spazio al
digitale, la rivista diventerà un magazine online. Lo scatto da utilizzare è
stato indicato dal coraggioso e determinato fotografo Sean O'Connel (interpretato da uno Sean
Penn perfetto nel cameo), ispirazione e proiezione di quello che Mitty potrebbe diventare se solo
osasse, ma la foto, inviata in redazione, sembra non essere mai arrivata. È la
ricerca del negativo 25 e l'aiuto di Cheryl (Kristin Wiig) che in punta di piedi entra a far parte del mondo di Walter (di quello "reale", in quello immaginario era già più che presente)
a spingere il nostro eroe a compiere un'impresa inaspettata (degna del più accattivante profilo eHarmony), abbattendo barriere fisiche e mentali.
«Il protagonista va alla difficile ricerca di un legame con il mondo,
una connessione che però è anche verso se stesso» ha spiegato il regista in conferenza stampa «Il sognare
ad occhi aperti è importante perché gli permette di andare avanti, ma allo
stesso tempo lo blocca nei rapporti con gli altri».
I produttori John Goldwyn e Samuel Goldwyn Jr. (nipote e
figlio del Goldwyn che ha prodotto il primo film, e quindi sentimentalmente e
moralmente legati alla pellicola in questione) e Stuart Cornfeld (che ha
collaborato con Stiller in molti dei suoi film tra cui Zoolander e Tropic
Thunder) non potevano sperare in una sceneggiatura migliore di quella elaborata
da Steven Conrad, perfettamente in sintonia con la loro idea, originale e piena di
sentimento. Trovare poi un protagonista/regista non solo interessato, ma addirittura
appassionato, ricco di idee su cosa fare e come, pieno di spirito di iniziativa
e dedizione nei confronti del suo personaggio, non è stata solo la ciliegina
sulla torta, ma anche la farcitura e la glassa. I sogni segreti di Walter Mitty non è solo un lavoro riuscito di Ben Stiller (di cui certamente non serve ricordare opere e importanza), ma rappresenta un punto di passaggio verso un'acquisita maturità, sia dietro che davanti la macchina da presa.
Se pensiamo a Stiller regista, tanto per citare alcune delle evidenti qualità che emergono e che in parte già conoscevamo, dobbiamo lodare la significativa scelta di
girare in pellicola («Non si può utilizzare il digitale per un film che
racconta la ricerca di un negativo» ha affermato l'attore), la commistione di generi e stili di ripresa (che spaziano da
inquadrature più classiche e statiche ad altre rocambolesche ed adrenaliniche
da action movie), l'originalità (un negativo che in dissolvenza diventa il
bordo di una fontana su cui siede il protagonista, ad esempio), la scelta e
l'impiego degli attori, l'utilizzo dei tempi e momenti comici (lo squalo, la
sindrome di Benjamin Button) e la ricerca di una colonna sonora che potesse supportare e completare le immagini. Se pensiamo invece a lui come attore troviamo, ma anche questo già lo sapevamo, un uomo capace di
incarnare le più disparate espressioni e renderle comunque credibili, capace di far (sor)ridere e riflettere, capace di
interpretare, senza strafare, l'uomo comune con quel qualcosa in più che conquista e, per
l'appunto, fa sognare.
Dal 19 dicembre nei cinema.
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