Noi e la Giulia, commedia scritta (insieme a Marco Bonini),
diretta e interpretata da Edoardo Leo, prodotta da Fulvio e Federica Lucisano in
collaborazione con la Warner Bros, è la terza opera da regista dell’attore
romano che si ispira al romanzo di Fabio Bartolomei Giulia 1300 e altri miracoli.
Il film racconta la storia di tre quarantenni falliti,
insoddisfatti e diversissimi tra loro che decidono di lasciare la città e
aprire insieme (pur non conoscendosi) un agriturismo. Diego (Luca Argentero) vende auto e non ha
mai rischiato: suo padre stesso, in fin di vita, lo rimprovera di non avere
coraggio. Fausto (Edoardo Leo) è un coatto romano che si sente uno showman,
tendenzialmente razzista e pieno di debiti. Incarna un po’ l’italiano medio con
le sue battute classiche. Claudio (Stefano Fresi), pauroso, pacifista e
depresso, è addirittura riuscito a far fallire (oltre al suo matrimonio)
l’attività di famiglia, aperta nel 1910! A loro si aggiungono in un secondo
momento Sergio (Claudio Amendola), cinquantenne comunista con addosso la rabbia
per il fallimento di un’ideologia dopo tante battaglie ed Elisa (Anna
Foglietta), giovane donna stravagante e sognatrice, abbandonata all’altare e
incinta (non sa neanche lei di chi).
Ne esce il ritratto di una generazione che ha collezionato
fallimenti sul lavoro e nella vita ma che ha voglia di trovare un’altra strada,
il famoso piano B: "Siamo la generazione del piano B. Lavorare in questo Paese
fa così schifo che quando allo schifo per il lavoro si aggiunge quello per la
città cominci ad elaborare il tuo piano B. A vent’anni era il chiringuito sulla spiaggia. A quaranta, quasi sempre,
si tratta di un agriturismo" queste le parole di Diego (Argentero), voce fuori
campo all’inizio del film, che esprimono e colgono in pieno il tema principale
portato sullo schermo da Edoardo Leo, già trattato in Smetto quando voglio di
Sydney Sibilia (con gli stessi Leo e Fresi nel cast) ma sviluppato in maniera
diversa. Sì, perché l’altro importante aspetto di Noi e la Giulia è
la lotta contro i soprusi e le ingiustizie, la voglia di resistere a oltranza
per difendere ciò che è proprio. Quando un camorrista del luogo si presenta al
casale per chiedere il pizzo, i cinque non ci stanno e si ritrovano a reagire
in maniera quanto mai assurda e rocambolesca. Qui in effetti la trama è poco
realistica ma in fondo un film deve divertire e in questo caso lo fa bene, tenendo
un buon ritmo, con ironia e una buona dose di autoironia presente nei personaggi. "Una risata li seppellirà" è infatti un altro motto fatto proprio dagli attori.
Anche lo stesso camorrista Vito (Carlo Buccirosso) è una sorta di emarginato
della malavita locale, un delinquente molto particolare, sui generis, che si
presenta a bordo di una Giulia 1300 (la Giulia del titolo, quasi un personaggio
reale ai fini della trama) e ascolta musica classica che diventa il sottofondo
musicale, la colonna sonora di questa avventura. Riusciranno i nostri eroi
nella loro impresa di difendere l’agriturismo dalle grinfie della camorra?
Va sottolineato che sebbene il tema di partenza sia
impegnato, viene sempre e comunque trattato con leggerezza: il film si colloca dunque a pieno titolo nel classico filone
della commedia all’italiana che se fatta, scritta, diretta e interpretata bene
(come in questo caso), funziona, diverte e fa ridere col cuore.
Il regista confessa di essersi ispirato ad Ettore Scola ma
anche ad American Hustle: si è infatti divertito moltissimo a trasformare, soprattutto fisicamente,
i suoi attori. Argentero accentua il dialetto torinese, Fresi ha la pelata, Amendola
(che più di tutti si riconosce nel suo personaggio) si è fatto crescere la
barba e la Foglietta era davvero incinta (e proprio per lei è stata riscritta la
sceneggiatura). Tutto il cast risulta credibile, ognuno rende al meglio nel
proprio ruolo. Una nota di merito, senza nulla togliere agli altri, va al
mattatore Claudio Amendola e a Carlo Buccirosso, forti sia della maggiore
esperienza che di una più spiccata caratterizzazione dei personaggi. Leo ha
girato in sequenza cronologica, cosa non usuale nel cinema ma che calza alla perfezione
per questo film, data l’evoluzione della
trama ed il fatto che sia ambientato quasi per intero in un unico luogo: una
masseria in Basilicata.
Noi e La Giulia, al cinema dal 19 febbraio, è un bel
prodotto del cinema giovane italiano, ben confezionato, che punta a far
riflettere ma soprattutto a far ridere. E ci riesce.
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