di Silvia Sottile
Il regista Matthew Vaughn si sta ormai specializzando
nell’adattamento cinematografico di fumetti della Marvel. Dopo aver diretto Kick-Ass e X-Men – L’inizio, si cimenta con Kingsman –
Secret Service (tratto dall’omonimo fumetto di Mark Millar), una spy story
molto inglese, dai ritmi adrenalinici, ricca di azione ma anche di tanto
humour.
Lo spunto di partenza, volutamente e platealmente esplicito,
sono i film di spionaggio per antonomasia, ovvero i vari James Bond, in
particolare i primi con Sean Connery e Roger Moore che ormai fanno parte
dell’immaginario collettivo: agenti segreti di classe con fascino da vendere e pieni
di gadget super tecnologici. Dunque fin dall’inizio i richiami e le citazioni sono
palesi, sempre però con un approccio profondamente ironico.
Il premio Oscar Colin Firth è Harry Hart/Galahad, agente
esperto, che addestra e prende sotto la sua ala protettiva il giovane Eggsy
(interpretato da Taron Egerton), un ragazzo di strada ma di grandi
potenzialità, figlio di un collega morto anni prima in missione. Una sorta di
My Fair Lady nel mondo dello spionaggio.
Come in ogni spy movie che si rispetti, bisogna anche salvare il mondo
dai cattivi. Il super cattivo di turno, in perfetto stile 007, è Mr Valentine
(Samuel L. Jackson), un multimiliardario con difetti di pronuncia, improponibili
cappellini da baseball colorati e un folle piano di distruzione dell’umanità
sfruttando la tecnologia. Il suo braccio destro è Gazelle (Sofia Boutella), bella e letale, che uccide con le sue protesi: ha infatti affilatissime lame al posto delle
gambe. Naturalmente non mancano i colpi
di scena.
Il cast è d’alto livello: Colin Firth, per la prima volta in
un ruolo spiccatamente d’azione, si mostra a suo agio nelle scene di lotta, e veste
con eleganza i panni del perfetto gentiluomo inglese, impeccabile nel suo abito
d’alta sartoria. Taron Egerton, alla sua prima esperienza cinematografica di rilievo,
non sfigura nel ruolo di coprotagonista al fianco di attori d’esperienza, anzi
mostra a testa alta il suo talento.
Samuel
L. Jackson è semplicemente unico, di una bravura mostruosa. Peccato per il
doppiaggio che, per forza di cose, fa perdere le sfumature originali della sua
dizione imperfetta e più in generale degli accenti marcatamente diversi tra i
vari protagonisti in base alla provenienza geografica e sociale. Nel cast anche Michael Caine (Artù – socio
anziano dell’agenzia), un Mark Strong in grande spolvero (Merlino – colui che
addestra gli aspiranti Kingsman) e la splendida attrice e ballerina Sofia Boutella.
Il film forse non è molto politically correct: è sfrontato,
ironico, surreale. Il regista sembra non prendersi troppo sul serio e dà un
approccio decisamente da fumetto, nel senso più positivo del termine,
discostandosi dal tono cupo che va molto ora di moda. Le scene d’azione sono
tante, anche violente, ma palesemente finte, quindi alla fine molto divertenti.
E decisamente simili più ad una coreografia di un video musicale che ad un
combattimento vero e proprio. Gli attori presenti in conferenza stampa (Firth
ed Egerton) ci hanno confermato che il training per il ruolo è stato più in
direzione della danza. È qui che entrano in gioco i Take That con la loro
canzone Get ready for it che fa da colonna sonora al film. La scelta si è
rivelata brillante, il connubio funziona alla grande. A sua volta il video del brano riprende luoghi,
scene e personaggi del film. Del resto i Take That (come hanno tenuto simpaticamente
a dirci) sono specializzati da vent’anni in questa sorta di combattimento
acrobatico e coreografico.
Kingsman – Secret Service sarà al cinema dal 25 febbraio. Promette
di regalare due ore di puro divertimento. Consigliato.
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