di Silvia Sottile

Lo spunto di partenza, volutamente e platealmente esplicito,
sono i film di spionaggio per antonomasia, ovvero i vari James Bond, in
particolare i primi con Sean Connery e Roger Moore che ormai fanno parte
dell’immaginario collettivo: agenti segreti di classe con fascino da vendere e pieni
di gadget super tecnologici. Dunque fin dall’inizio i richiami e le citazioni sono
palesi, sempre però con un approccio profondamente ironico.

Il cast è d’alto livello: Colin Firth, per la prima volta in
un ruolo spiccatamente d’azione, si mostra a suo agio nelle scene di lotta, e veste
con eleganza i panni del perfetto gentiluomo inglese, impeccabile nel suo abito
d’alta sartoria. Taron Egerton, alla sua prima esperienza cinematografica di rilievo,
non sfigura nel ruolo di coprotagonista al fianco di attori d’esperienza, anzi
mostra a testa alta il suo talento.

Il film forse non è molto politically correct: è sfrontato,
ironico, surreale. Il regista sembra non prendersi troppo sul serio e dà un
approccio decisamente da fumetto, nel senso più positivo del termine,
discostandosi dal tono cupo che va molto ora di moda. Le scene d’azione sono
tante, anche violente, ma palesemente finte, quindi alla fine molto divertenti.
E decisamente simili più ad una coreografia di un video musicale che ad un
combattimento vero e proprio. Gli attori presenti in conferenza stampa (Firth
ed Egerton) ci hanno confermato che il training per il ruolo è stato più in
direzione della danza. È qui che entrano in gioco i Take That con la loro
canzone Get ready for it che fa da colonna sonora al film. La scelta si è
rivelata brillante, il connubio funziona alla grande. A sua volta il video del brano riprende luoghi,
scene e personaggi del film. Del resto i Take That (come hanno tenuto simpaticamente
a dirci) sono specializzati da vent’anni in questa sorta di combattimento
acrobatico e coreografico.
Kingsman – Secret Service sarà al cinema dal 25 febbraio. Promette
di regalare due ore di puro divertimento. Consigliato.
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