di Emanuela Andreocci
“Accorrete, pubblico
Gente grandi e piccoli
Al suo numero magico”
(C. Baglioni, Acqua dalla luna)
Difficile spiegare a parole la potenza evocativa di
uno spettacolo del genere in cui Claudio Baglioni non è più protagonista
assoluto, ma parte di un rito collettivo coreografato sapientemente da Giuliano
Peparini e portato in scena da magnifici ballerini - una via di mezzo tra
moderni Pierrot e corte dei miracoli -, l’Orchestra Italiana del
Cinema e il
coro Giuseppe Verdi.
La regia di Duccio Forzano restituisce allo spettatore l’essenza stessa del concerto e lo rispetta, facendolo vivere come «storia e storie nella storia», nonostante il fine della registrazione, inizialmente, non fosse la proiezione cinematografica, ma la memoria. Perché, come afferma Baglioni, non senza lanciare qualche frecciatina contro l’uso dei cellulari durante gli eventi live, «L’emozione è sul momento, non torna. È inebriante, si avverte lo spostamento d’aria. La musica è fisica. L’esibizione è in quella dimensione, senza maxi schermi. Il nostro sforzo è stato proprio quello di utilizzare spazi grandi, teatrali, con un’azione fisica presente ed immediata».
Si tratta di un film tratto da un evento, ma non è
quell’evento, si trasforma in uno nuovo. Chi infatti ha assistito dal vivo ai
concerti troverà uno spettacolo che è uguale ma al tempo stesso diverso, con
una grandissima attenzione ai dettagli che, per forza di cose, non possono
essere tutti notati dal vivo.
E proprio lui, tra confidenze e battute, si rivolge al
passato e alle sue canzoni degli anni ’70 «il cemento della mia carriera.
Canzoni popolari che, come tali, hanno pregi e difetti. In quanto popolari,
infatti, ad un certo punto non sono più degli autori, ma del pubblico. E se
provi a cambiare l’arrangiamento – mi è successo! – vieni sgridato!». Offre
anche, sempre scherzando, una simpatica chiave di lettura sulla sua presenza
scenica «Quando faccio dei piccoli passetti vuol dire che ho i giramenti di
testa, quando rivolgo il microfono al pubblico è perché non mi ricordo le
parole!» Sulla scelta delle scalette aggiunge, ridendo «Quando scrivi 350
canzoni e hai il rispetto per le vesciche del pubblico, sai che non puoi
metterle tutte in uno spettacolo. Ma siamo già d’accordo che faremo un sequel:
come per il maiale non si butta via niente!».
Non resta che godersi la visione in attesa di aTuttocuore,
il nuovo spettacolo/concerto che debutterà a Roma il 21 settembre 2023 al Foro
Italico.